"Certo in tali vastità sconfinate non ci vogliamo perdere, ma volgere la nostra attenzione al suolo ampio e disteso, congiunto fra tanti paesi. Là vediamo le grandi distanze della terra percorse da nomadi."

(J. W. Goethe)


Sulle orme di Gengis Khan

1° giorno:  ROMA/ISTANBUL/ULAANBAATAR
Alle ore 1030 partenza per Istanbul. Arrivo alle ore 14.05. Alle ore 18.10 proseguimento per Ulaan Bator. Pernottamento a bordo.

2° giorno:  ULAANBAATAR
Arrivo a Ulaanbaatar alle ore 07.10 e operazioni di frontiera, incontro con la guida e trasferimento in Hotel 4 stelle. Nel pomeriggio visita panoramica della città. Visita panoramica della città, con la grande Piazza Sukhbaatar del 1946, intitolata all’“eroe della rivoluzione” del 1921 che dichiarò l’indipendenza dalla dominazione dell’Impero Cinese Qing (Manciù). Visita al Monastero Buddista di Gandantegchenling (in sanscrito significa “il Paradiso di Mahayana”). Edificato nel 1838 e parzialmente distrutto durante le purghe comuniste, è il monastero più grande della Mongolia ed uno dei luoghi più suggestivi del paese; nel momento del suo massimo splendore ospitava 5000 monaci. All’interno sorgono splendidi templi, fra cui il tempio Migjed Janraisig edificato nel 1911, che ospita la statua della Bodhisatva della compassione, rivestita d’oro e alta ben 26mt. Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio visita al Monumento Zaisan ai Caduti di varie guerre, costruito su una collina da cui si gode una splendida vista della città e delle colline circostanti. Visita al Museo d’Inverno dell’VIII Bogdo Khan di Mongolia. Il Palazzo, realizzato tra il 1893 e il 1903, era la sede invernale dell’ultimo re mongolo VIII Bodgo Khan Javzandamba Agvaanluvsan (1869-1924). Il palazzo venne chiuso nei primi anni del potere comunista e successivamente trasformato in museo. L’attuale museo è costituito dal Palazzo d’Inverno e dai 10 templi e monasteri che lo circondano. All’interno dell’edificio principale si trovano diversi oggetti personali e alcuni sontuosi costumi cerimoniali del re e della regina Dondogdulam, una bellissima collezione di doni preziosi ricevuti da dignitari esteri come, ad esempio, un paio di stivali d’oro donati dallo zar russo, una ger profilata da 150 pelli di leopardi delle nevi e 21 statuette realizzate dal I Bodgo Khan Zanabazar. Si possono ammirare anche collezioni di costumi ed oggetti artistici; inoltre, qui viene conservata la Dichiarazione d’Indipendenza della Mongolia dalla Cina risalente al 1911. Nei templi e nei monasteri si trovano invece interessanti testimonianze di arte sacra buddista. Visita al Museo di Storia Naturale con gli scheletri di dinosauro di eccezionale valore scientifico rinvenuti nel Deserto del Gobi. Qui si può ammirare lo scheletro di un tarbosauro di 5 mt di altezza, oltre ad una serie di uova di dinosauro. Sempre nella sezione paleontologica si trovano 800 oggetti di varie ere preistoriche. Molto ricche ed interessanti sono anche le sezioni dedicate alla flora e alla fauna della Mongolia, e quelle dedicate alla geologia. All’interno si trova anche un piccolo museo dedicato al Cammello (il “Golden Camel Museum”) con una nutrita esposizione di oggetti ed ornamenti. Cena in ristorante di cucina tradizionale mongola. Pernottamento in hotel.

3° giorno:  DUNDGOBI (GOBI CENTRALE) – BAGA GAZRIIN CHULUU
Prima colazione e partenza per Baga Gazriin Chuluu, nella regione Dundgobi o Gobi Centrale. Pranzo al sacco lungo il percorso nei pressi del Monte Zorgol Khairkhan. Nella provincia di Dundgobi, a 60 km a nord-ovest del capoluogo Mandalgobi, si trova la celebre roccia sacra di Baga Gazriin Chuluu (1.768 m), una formazione rocciosa granitica che sorge dalla pianura remota e deserta, meta di pellegrinaggio da parte della popolazione locale. All’interno della montagna si trova una grotta con un lago sotterraneo. Si narra che anche Gengis Khan si sia accampato in questa zona. Nei dintorni ci sono molte sorgenti e la particolarità della zona sono le formazioni rocciose dalle forme inusuali. Visita all’oasi Khukh Burd situata nella località di Adaatsag. Qui si trovano il lago Burd, con numerose specie di uccelli, le rovine dell’antico monastero Khukh Burd del X secolo, costruito su un’isola del lago, e le rovine di un palazzo del XVII secolo. In questo palazzo, Great Noyon Khutagt V reincarnazione del Lama di Gobi Danzan Ravjaa (1803-1856), il più grande leader della setta buddista dei Berretti Rossi in Mongolia, nonchè poeta, artista e compositore. A sud del lago si trovano le terme con acque curative di Uudiin Bulag. Sistemazione al campo turistico nelle tradizionali ger, nelle vicinanze di Baga Gazriin Chuluu. Cena al campo tendato (con bagni in comune) e pernottamento.

4° giorno: BAGA GAZRIIN CHULUU – TSAGAAN SUVRAGA
Prima colazione e partenza per Tsagaan Suvraga. Pranzo al sacco lungo il percorso. Sistemazione in campo turistico, nelle tradizionali ger. Cena e pernottamento. Il paesaggio è caratterizzato da una profonda fenditura del terreno da est verso ovest, con steppa sul fondo della vallata. Qui si ritrovano molti fossili di origine marina, poiché questa zona era sommersa dal mare. Da lontano, le formazioni calcaree di Tsagaan Suvraga, alte anche 30 m, assomigliano ad antiche rovine di una città. Nella zona ci sono anche numerosi dipinti rupestri, petroglifi, antiche iscrizioni. Pernottamento in campo tendato (con bagni in comune).

5° giorno:  GOBI MERIDIONALE – DESERTO DEI GOBI
Prima colazione e partenza per il Deserto dei Gobi, arrivo nella regione di Omnogobi nel Gobi Meridionale. Pranzo al sacco lungo il percorso. Sistemazione in campo turistico. Cena e pernottamento al campo. Il deserto dei Gobi è famoso come il “Deserto dei Dinosauri”, ed è una depressione di circa 2.000 km da est ad ovest e di un migliaio di km da nord a sud. L’area protetta del Deserto dei Gobi è considerata dall’UNESCO “Riserva della Biosfera” poiché ospita le ultime rarissime specie endemiche esistenti in Mongolia ed è un paradiso per molte specie di animali (l’orso del Gobi, il cammello battriano i cavalli selvatici Prezewalski-Takhi, conosciuti come i “Cavalli alati”. L’integrità di questa regione è garantita perché non ci sono persone che vivono in modo permanente all’interno della riserva e non c’è alcuno sviluppo industriale. Il Deserto è anche un immenso giacimento di fossili di dinosauri, mammiferi, coccodrilli, tartarughe, lucertole e uova di Dinosauro: per questo motivo è considerato la meta principale per i paleontologi di tutto il mondo. I siti dei ritrovamenti fossili del Deserto dei Gobi sono forse i più importanti al mondo per diversità di specie ritrovate, quantità e dimensioni dei fossili. Pernottamento in campo tendato con bagni privati.

6° giorno: PARCO NAZIONALE GOBI GURVAN SAIKHAN – VALLE DI YOL
Vista dell’alba nel deserto. Partenza per il Parco Nazionale Gobi Gurvansaikhan, le “Tre bellezze del Gobi”, per osservare la fauna del deserto. Visita alla Valle di Yol, o delle Aquile. Pranzo al sacco. Rientro al campo e sistemazione nelle tradizionali ger. Cena al campo e pernottamento. La Valle di Yol è una gola stretta e rocciosa a circa 2.500 mt di altitudine, in cui si trovano ghiacciai perenni ed affascinanti canyon. In questa zona si raggiungono delle temperature estreme che durante l’inverno possono arrivare fino a -40°. Nel Parco si può osservare una grande varietà di piante (8 specie sono endemiche) e di animali, soprattutto rapaci (aquile, falchi, grifoni ecc.). Qui vive il rarissimo leopardo della neve, un felino straordinario e difficilissimo da vedere, purtroppo in via di estinzione. Si stima che in Mongolia ce ne siano dagli 800 ai 1.500 esemplari, con una maggior densità nel Gobi meridionale e sugli Altai; il territorio di ogni esemplare può arrivare a coprire una superficie di 1.000 kmq. Un altro misterioso animale è l’Orso bruno del Gobi, (Mazaalai) secondo le ricerche effettuate, si stima ve ne siano solo una quarantina di esemplari: la siccità e la scarsità di cibo stanno minacciando la sua sopravvivenza. Si differenzia dagli altri orsi bruni per la sua stazza più piccola (pesa circa un quintale). Un’altra specie tipica è il khulan, l’asino selvatico e l’antenato dell’asino domestico, la cui popolazione in Mongolia è la più numerosa rispetto alle altre 4 specie di asino asiatico (che si trovano in Turkmenistan ed in India), si ritiene che abbiano la sensibilità di trovare l’acqua nascosta sotto la superficie. Attualmente ci sono circa 10.000 asini nella parte meridionale del Gobi. Ci sono inoltre alcune specie di gazzelle (quelle più numerose sono le gazzelle bianche)ed antilopi, che attraversano la Mongolia orientale durante il periodo delle migrazioni in gruppi che possono raggiungere anche i 50.000 capi. Altre specie animali che vivono in questa regione sono i lupi della steppa, animali solitari che continuano ad essere cacciati, il cammello selvatico (Khavtgai), gli stambecchi (Yangir o Ibex), la pecora selvatica (Argali o Ovis ammon), la lince (Felis lynx), i cervi rossi e la marmotta. Pernottamento in campo tendato con bagni privati.

7° giorno: DUNE DI KHONGORIIN ELS
Prima colazione e proseguimento per la zona delle dune di sabbia Khongoriin Els. Pranzo al campo. Nel pomeriggio escursione sulle dune di sabbia Khongoriin Els. Sistemazione in campo turistico nelle tradizionali ger, cena e pernottamento. Le dune di sabbia Khongoriin Els sono conosciute anche come le “Dune che cantano”; sono alte fino a 200 metri e larghe da 6 a 12 km. Situate in un bacino circondato da montagne, si estendono per un centinaio di km e rappresentano una delle più grandi aree sabbiose in Mongolia. Pernottamento in lodge con bagno privato.

8° giorno:  BAYANZAG – ONGIIN KHIID
Prima colazione e partenza per la visita di Bayanzag. Pranzo al sacco nei pressi di Bayanzag. La zona di Bayanzag è stata chiamata Rupi Fiammeggianti dall’esploratore americano Roy Chapman Andrews nel 1922. La particolare conformazione geologica delle rocce, ricca di canyon, e la colorazione rossastra delle pietre rendono la zona molto suggestiva, soprattutto al tramonto. Inoltre in quest’area si ammireranno le particolari piante presenti nel Gobi (saxual). Visita alla zona dei ritrovamenti dei fossili di dinosauro. Proseguimento per il complesso archeologico di Ongii viaggiando nella direzione nord. La verde vallata del fiume Ongii si trova all’estremo ovest della provincia di Dundgobi (Gobi centrale). Qui, tra rilievi desertici e selvaggi e all’interno di una gola molto suggestiva, si trovano le rovine di due monasteri: Barlim Khiid sulla riva nord, e Khutagt Khiid a sud (il complesso archeologico è conosciuto come Ongy Khiid). Nel 2004 è stato edificato da parte di alcuni monaci un nuovo monastero tra le rovine. In questa zona sono state trovate delle incisioni rupestri: c’è anche una caverna abitata in epoca preistorica. Cena e pernottamento in campo turistico nelle vicinanze del fiume Ongiin. Pernottamento in campo tendato con bagni in comune.

9° giorno:  KARAKORUM – ERDENE ZUU
Prima colazione e partenza per Karakorum, antica capitale dell’impero Mongolo nel 1220. Pranzo al sacco in corso di escursione. Visita a Karakorum e al Monastero Erdene Zuu. Visita alla leggendaria Tartaruga di Karakorum. Karakorum fu costruita nel 1220 ed era il centro politico, culturale ed economico dell’Impero mongolo di Genghis Khaan del XIII secolo. Si trova nella valle del fiume Orkhon, all’incrocio delle strade della Via della Seta che collegavano l’Oriente con l’Occidente. Nel 1235, Ogodei Khaan, il figlio di Genghis Khaan, completò la città e Karakorum venne proclamata capitale dell’Impero. All’epoca era una splendida città cosmopolita, multireligiosa e multietnica, centro di grandi scambi culturali. Oggi tra le rovine di Karakorum si può solo immaginare la capitale di un impero della steppa in massima espansione, con i palazzi di principi e generali, regine e principesse, con numerosi mercati e commercianti provenienti da tutto il mondo, insieme ai templi buddisti, alle chiese cristiane e alle moschee musulmane. Rimase capitale dell’Impero mongolo fino all’avvento di Khubilai Khaan (il Gran Khaan del Milione di Marco Polo), che la trasferì successivamente a Pechino. Nel 1388 fu bruciata dai soldati cinesi della Dinastia Ming. Oggi restano solo le affascinanti rovine della leggendaria capitale. Tra i monumenti più significativi, le grandi Tartarughe di granito (solo due sono ancora visibili) che indicavano l’ingresso ai vari palazzi della capitale e avevano la funzione di proteggere la città (la tartaruga era considerata simbolo di eternità) e le rovine del Palazzo di Ogoodei Khaan. La costruzione del Monastero Erdene Zuu, iniziò nel 1586 grazie al Re Avtai Sain Khan, utilizzando le rovine di Karakorum. Erdene Zuu è il più antico monastero del paese ed esso fu anche il primo monastero buddista della Mongolia. Aveva anche la funzione di fortezza, era infatti circondato da alte mura (i cui lati misurano 400m di lunghezza), con 108 stupa e possenti torri. Costituito da un insieme di strutture di stili differenti, conteneva nel suo insieme un centinaio di templi abitati da circa 1.000 monaci. Fortemente danneggiato durante il periodo delle “Purghe” Staliniste degli anni ’30, il monastero rimase chiuso fino al 1965 quando fu riaperto come museo e non più come luogo di culto. Nel 1990, con la caduta del comunismo, esso riacquistò la sua originaria funzione ed oggi è considerato il monastero più importante del paese. Erdene Zuu è ora aperto ai visitatori che possono assistere ad alcune cerimonie religiose. Una delle meraviglie architettoniche di Karakorum fu la famosa fontana a forma di albero costruita davanti al Palazzo delle Diecimila Paci di Ogodei Khaan dall’architetto francese Guillaume Boucher, fatta di argento e oro, con quattro leoni che distribuivano vino, airag – il latte di giumenta fermentato – idromele e birra di grano. Cena e pernottamento in campo tendato con bagni privati.

10° giorno:  TUVKHUN KHIID – VALLE DELL’ORKHON: SITO UNESCO
Prima colazione e partenza per la Valle del fiume Orkhon. Escursione (1 ora circa di camminata) allo spettacolare Monastero Tuvkhun Khiid. La vallata, che rientra tra i siti protetti dall’UNESCO, è attraversata dal fiume Orkhon, lungo ben 1.120 km. Il fiume ha anche una cascata, chiamata Orkhon Khürkhree. L’origine di questa cascata risale a 20.000 anni fa, in seguito ad un’eruzione vulcanica. L’acqua scende da un’altezza di 20m; a valle c’è una gola molto suggestiva e a circa 10 km si trova un’altra cascata, più piccola, con un salto di 4,5m Pranzo al sacco. Cena e pernottamento in campo tendato con bagni in comune.

11° giorno: TSETSERLEG – TAIKHAR – ARKHANGAI – TSENKER HOT SPA
Prima colazione e partenza la mattina presto per la Tsenkher Hot Spa passando per la provincia di Arkhangai. Pranzo al sacco. Visita a Tsetserleg, capoluogo della provincia di Arkhangai. La provincia di Arkhangai è detta la “Svizzera della Mongolia” per le sue attrattive naturalistiche: pareti rocciose, foreste lussureggianti, fiumi ricchi d’acqua. È infatti rinomata per i suoi scenari spettacolari: vulcani estinti, laghi di origine vulcanica, verdi foreste e pascoli, fiumi e sorgenti. Parte di questo territorio si trova sul versante settentrionale della catena montuosa dei Khangai Nuruu, dove si trovano i monti più alti della Mongolia dopo gli Altai. Il nome della città di Tsetserleg significa “giardino”, ed è una delle città più belle della Mongolia, situata tra montagne scenografiche nelle vicinanze del leggendario fiume Tamir. Visita al Monastero Zayaiin Gegeenii Khiid, che fu costruito nel 1586 ed ampliato nel 1679, quando poteva ospitare circa mille monaci. Durante le purghe staliniste il monastero era già stato trasformato in un museo e ciò lo salvaguardò dalla distruzione. Nel corso del viaggio escursione alla Roccia Taikhar Chuluu. Questa enorme formazione rocciosa che crea una suggestiva visione sui prati verdi che la circondano è considerata un vero dono della natura. Le terme Tsenkher hot spa sono situate sul Monte Tsenkher, in uno splendido scenario ideale per rilassarsi. Le acque termali, che sgorgano ad una temperatura di 60°-80°C durante tutto l’anno, possiedono delle proprietà curative. Tempo a disposizione per il riposo e il relax alle terme. Cena e pernottamento in campo tendato con bagni in comune.

12° giorno:TSENKER HOT SPA – OGII NUUR
Prima colazione e partenza per il lago Ogii. Pranzo al sacco. Cena e pernottamento presso il campo turistico. Il lago Ogii con i suoi 25 kmq di superficie, è uno dei più grandi laghi della Mongolia Centrale. Situato a 1.387 metri sopra livello mare, è un paradiso faunistico ricco di uccelli e di pesci. Pernottamento in campo tendato con bagni privati.

13° giorno:  PARCO NAZIONALE DEI MONTI KHUSTAI VIA KHOGNO KHAN – MONGOL ELS – ULAN BAATOR
Prima colazione al campo e partenza per il Parco Nazionale dei Monti Khustai. Pranzo in campo turistico nella suggestiva zona di Elsen Tasarkhai – Mongol Els. Nel corso del viaggio visita al Monte Khogno Khaan e ai Monasteri Ovgon e Erdene Khamba. Elsen Tasarkhai – Mongol Els. A 10 km a sud della montagna di Khogno Khan c’è lo scenario spettacolare della lunga striscia di dune di sabbia delle Mongol Els, che coprono un’area di 2.800 kmq. Le dune sono un famoso luogo di sosta sulla strada per Karakorum. Il paesaggio che le circonda è caratterizzato da colline attraversate da ruscelli, salici e cespugli. Il Monastero Erdene Khamba e le rovine del monastero Ovgon Khiid sono situati nella bellissima valle di Khogno Khaan, ai piedi del monte omonimo. Ovgon Khiid, distrutto nel XVII sec da Zuungar Re Galdan Boshigt, rivale di Zanabazar Bogd Khaan, è stato riaperto nel 1992 ed è abitato da un paio di monaci provenienti da Ulaanbaatar. Proseguimento per il Parco Nazionale dei Monti Khustai. Visita ai cavalli selvatici con la guida dei Ranger locali. Visita al complesso archeologico di Ongot dell’impero della steppa Uigur del VIII secolo d.c. Visita al museo dei cavalli selvatici Prjewalsky Takhi. Cena e pernottamento in campo turistico nelle tradizionali ger. Il Parco Khustai, di oltre 90.000 ettari di estensione. Il parco si trova a sud-ovest di Ulaanbaatar ed è stato istituito per proteggere i cavalli selvatici Takhi – Prjewalsky, chiamati così dal nome dell’esploratore polacco che per primo li scoprì nel 1878, e per preservare il tipico ambiente della steppa. I cavalli selvatici, quasi estinti nel corso degli ultimi decenni, furono reintrodotti nel loro ambiente naturale nel 1992 grazie al lavoro dell’Agenzia Internazionale dell’Ambiente. Il takhi è l’ultima razza esistente di cavalli selvatici sul pianeta ed è l’antenato del cavallo domestico, dipinto nelle grotte preistoriche francesi. Rispetto al cavallo comune, possiede due cromosomi in più che gli conferiscono delle caratteristiche peculiari. Nel Parco è possibile osservare, con un po’ di fortuna, esemplari di altri animali selvatici (cervi, gazzelle, gatti selvatici, lupi e linci). All’interno del parco si trova il Museo dei cavalli selvatici. Pernottamento in campo tendato con servizi privati.

14° giorno:  ULAANBAATAR/ISTANBUL/ROMA
Trasferimento in aeroporto per il volo di linea per Istanbul delle ore 08.40. Arrivo alle ore 13.05. Alle ore 17.10 proseguimento per Roma. Arrivo alle ore 18.45

Pernottamenti in “Ger” :  sono le tende mongole che si arredano come se fossero dei monolocali. Quelle dei campi tendati per i turisti hanno i letti, dei comodini, una stufa. Alcuni di questi campi offrono tende con servizi privati. Noi abbiamo prenotato tutti quelli disponibili. In alcune località non c’e’ possibilità di scelta (Gobi centrale: il 3* e 4* giorno; nella Valle dell’Orkhon: il 10* giorno e a Tsenker Hot: l’11* giorno)

La quota comprende:
Voli internazionali Turkish in classe economica
Voli interni
Sistemazione negli hotels 4 stelle ad Ulan Baator e Ger in campi tendati fissi (6 notti in campi tendati con servizi privati e 4 notti in campi tendati con servizi in comune)
Pensione completa
Visite come indicate
Guida locale in lingua italiana
4 x 4
Assicurazione medico-bagaglio

La quota non comprende:
Tasse aeroportuali
Spese consolari $ 90 p.p.
Bevande ai pasti
Assicurazione facoltativa contro l’annullamento
Mance
Extra
Quanto non espressamente indicato